Anima

Scrivere  e fantasticare, preferisco fantasticare per scrivere.

In questi giorni ho fatto belle esperienze con la scrittura. In questi giorni ho scritto, anche se di fretta, quattro tesi su quattro rispettive materie.  Un lavoro interessante che mi ha fatto trovare stuzzicanti spunti da diversi autori e raccogliere naturalmente il bello che c’è in me e che c’è in altri.

Mi immedesimo in colui che si ferma come sto facendo adesso io e inizia una esposizione di pensiero su un foglio bianco. La stesura dipende da tante cose, la voglia, il tempo, i pensieri vincenti, quelli sonnecchianti, e soprattutto la verità dell’anima. Questo è già un argomento l’anima. Ruota tutto su questo.

Pochi giorni fa ho assemblato delle musiche in un CD che ho intitolato anima. Questa compilation incomincia con la suite di Maurice Jarre dal film A passage to India, vedi link in basso

Una giostra di sensazioni di immagini. Fiati piatti violini maestosità. Apertura al fantastico quello che appartiene ad ognuno. E’ un mostrare lento variopinto, è una esplorazione, è la ricerca. E’ un circo, tra tende, separé, prove, movimenti, luce, pista.. Tutto questo può avvenire dovunque. La differenza è la dinamicità che decidiamo di utilizzare, che osserviamo e che soprattutto scoviamo.

Ci sono passaggi di ognuno di noi che si configurano come un equilibrista che attraversa sul filo il vuoto tra due montagne.

Il punto di partenza e il punto di arrivo. La lettera che sto scrivendo e che inoltro via mail o spedisco con francobollo dopo aver chiuso bene la busta con la mia saliva.. e le allucinazioni di questa missiva che inizia a viaggiare da sola, e che qui sul foglio bianco, specchio del mio pensiero, trova il suo cerchio.

Torna la dinamicità, il nostro confine con gli altri si apre. Penso al periodo musicale che incide sul gusto e si tramanda. Per esempio in questa suite a circa 9 minuti c’è lo spazio disegnato, quello che sto raccontando dall’inizio di questo mio descrivere me con il mio agire pensiero fantastico.

Ci sono i i passaggi, le attese, le anticipazione, i sorrisi, il gran da fare e il fermarsi a riflettere davanti il sole che nasce. C’è il sollecitante bisogno di sollecitarsi. L’indipendenza emotiva associata è l’opera d’arte. La stessa magia che laddove è accaduta ha trovato la strada per questa composizione che sto ascoltando e che possibilmente vorrei, stiamo condividendo in un ascolto comune, ripetuto.

In certi passaggi, possiamo definirli tratti, c’è un vissuto già raccontato: questa è la retorica. In altro ambiente dentro lo stesso ambiente, immagini dentro l’immagine, c’è l’andare c’è l’esplorazione, c’è la curiosità del vivere e dell’esserci.

E’ un quadro colorato, disegnato e ricolorato. Ci sono gli incontri, i sorrisi i ” Si, scusa sono indaffaratissimo”, i “Che piacere vederti”. “Si” . e basta o “No”. C’è ogni nostra presenza in una gigantesca condivisione umanitaria, c’è amore

C’è quel cinema che scriviamo ogni giorno

 

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