Melania

Melania: un punto di partenza o di ripartenza, frenesia senza capire se è appagata o inappagata. Responsabilizzata, arrogante quanto basta, fondamentalmente sincera, vera. A volte dubbio e amarezza ti assalgono, anche in questo caso niente paura. Rapporto conflittuale o da aggiustare con la religione in quanto relazione con il mistico, l’universale. Libertà e costrizione come cultura popoli arabi.

 

 

 

 

  • Uno start, un punto di partenza, un’appartenenza. Quanto siamo stati coccolati da piccoli? O quanto siamo stati abbondonati? Da queste due condizioni si determinano le nostre scelte da grandi. Finché arriva qualcosa o qualcuno che ci fa pensare. E da lì si accende la palla di specchi, quella da sala da ballo, che solo a guardarla ci fa pensare e ci fa abbracciare di noi stessi. Al resto c’è tempo per capire.

 

 

  • Come il brano precedente, stesso start. Come se tutta la vita fosse una competizione, un: pronti e via. La resistenza è alla basa del twist o di qualsiasi altro ballo agitato. Quindi se la nostra vita è contrassegnata dal movimento c’è da capire se ne abbiamo voglia e soprattutto se abbiamo energia disponibile a sufficiente. Questo è un ballo che possiamo ballare da soli o in tanti. Se si è all’unisono si ci diverte comunque. Con questo brano comunichi che ci sei, stai al ballo. Quanto ti diverti, e se si, in che maniera?

 

 

  • Poi c’è la voglia di una amaca, di un dondolo, di un momento di stacco con le frenesie. Può essere una doccia in quella casa di campagna dove non andiamo mai, ma c’è tutto il ns sentire. Una passeggiata in mezzo la natura o in una città di notte. Ci sono delle domande e dei perché che capiamo solo noi, alle quali solo noi possiamo rispondere. Possiamo capire che lo stiamo vivendo e con chi li stiamo vivendo. Il dondolo o l’altalena ci fanno pensare cosa è giusto o cosa non è giusto per noi, non per altri. Per noi. Altra cosa è il generale, anche quello di Francesco De Gregori. Come siamo legati al pop italiano, quello di qualche anno fa e non so neanche io perché non lo scelgo nel mio jukebox. La prossima volta lo voglio ricordare.

 

 

  • Un gioco di entusiasmi reali, perché chi è veramente annoiata non lo dice cantando o sorridendo. In questo brano c’è un filo di presunzione che sicuramente è un fantastico apripista e allo tempo un punto di stop. Non avere paura di questi stop, sono fisiologici e biologici. Sono sani. Questa canzone è acqua pura.

 

 

  • Orologio che guardo nel senso di cosa faccio adesso? Spesso mi chiedo la progressione dei miei interessi e delle situazioni che vivo come stimoli realizzati o non ascoltati. Ecco, bell’invito, scegliere ogni istante per godersela. Cambia tutto crescendo, la noia aumenta anche se forse non è noia è incapacità di scegliere il giusto al momento giusto senza condizionamento di chicchessia. Intanto la musica va e faccio colazione pensando al prima e al dopo, alla differenza che vorrei invece fosse un unico mood. Pazienza e speranza

 

 

  • Una gita, la voglia di scampagnata. La fede esiste, nel pensare al sacerdore del paese e alle sue processioni. Penso alle preghiere forzate e al mondo dell’evocante. Solo chi vive in un piccolo centro può capire certi collegamenti ecclesiali e istituzionali. Tramandiamo insegnamenti che vorremmo si evolvessero. Tutto si evolve se siamo noi i primi a farlo.

 

 

 

  • L’Arabia, il sud est, le culture totalitarie mi piacciono. Potrà esserci un giorno una conquista perché in certe condizioni esiste la libertà negata e la sensualità esistente. Questi sono valori importanti differenti in una unica cultura li troviamo esistenti e contrapposti. Chi ha ragione? La mia anima, il mio sentire procede ugualmente e punta alla chiarezza. La storia ci insegna che il cambiamento parte da noi.

 

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