Leonardo

Caro Leonardo ieri sera ho ricevuto le tue musiche, o meglio i link da cui e con cui la tua playlist diventa manifesta. Sono felice che stai leggendo il mio libro PARLO CON LA MUSICA. Per dirla come te: lo stai Elaborando.

È mattina, sono le 7.30, il momento magico per ascoltare musica.

Mi sono appena svegliato ed inizio con piacere ad ascoltare per intero ogni brano della tua selezione con lo stesso ordine da te composto. Obiettivo è tradurre in contenuti ogni armonia affinché ti possa restituire una traccia caratteriale di questo elenco di scelte. Quello che pratico, e consiglio, è un approccio filosofico e immaginativo che, con un buon allenamento e disciplina, tutti possono fare. In questo caso il quid che offro a chi è incuriosito dal mio format è per te.

La base dell’approccio scientifico della mia ricerca è LA MUSICA È UN CONTENITORE DI AZIONI e quindi nel suo assieme il suono comunica ciò che a sua volta ha comunicato a chi l’ha composto, da sono stati evocati e condivisi tutti i soggetti partoriti con tutti i passaggi successivi della sua crescita.

Il valore di questa traduzione, sono gli stimoli e le proprie interpretazioni con tutti gli infiniti rimandi e le risposte che ti offro. In coda ne trovi una. È il frutto dell’adesso, di ogni adesso e niente più.  L’ascolto è singolo, ogni volta è diverso, cresce e si evolve come ogni cosa che ci circonda, noi compresi.

Leonardo: ricco di immagini, anche troppe se non ben catalogate. Innamorato romantico accelerato senza motivo apparente. Volume ribelle alto per richiesta di ascolto. Ci sono momenti che navighi nell’indecisione. Libertà di essere, questo è il tuo sogno. Densità di sapere, potresti essere un prestigiatore o un costruttore di fiabe. Buon pirata mancato. Regalati un tappeto elastico.

 

 

 

  • La gita con una enfasi tutta sua. La preparazione è più importante del viaggio, trovo in questo il concetto dell’aspettativa. Se sei in gruppo o da solo c’è la buona eccitazione che non si spiega nel suo agitato senso. C’è quell’impulso nascosto e non capiamo cosa ci spinge alla velocità, alla frenesia. È come se passassero cento taxi e non ne scegliamo neanche uno. O come se passassero 100 treni e non saliamo in nessuno. Parlare e parlare, come un professore incazzato che non vuole sentire i suoi allievi perché non li vuole sentire in quanto non ha voglia di sentirli; un professore sapiente che non ama confrontarsi per paura della noia. C’è in tutto questo un grande divertimento di cui gode anche chi lo guarda dall’esterno, ne rimane affascinato senza capire bene le motivazioni nascoste. Il volume è importante perché cancella tutto il resto, è come per dire, sottolineato, ascoltami ti prego!

 

 

  • Che mattina o qualsiasi atmosfera, sembra la tua una richiesta di contemplazione. Passione risvegliata da cosa? Solo tu lo sai. È certo che vorresti camminare a piedi dovunque con la stessa leggerezza di un profeta. Il sax è dichiarante il desiderio di intimità e il rimbalzo delle voci è la parte confidente aiutante. Adesso è come la chiusa di una bella festa in cui ti trovi a pensare ad ogni particolare trascorso, le tue fotografie mentali. Ne scrivi un racconto senza scriverlo perché nel frattempo cambi idea. Ecco quello che forse ti dà fastidio: cambiare idea, cambiare programma. Navighi nella indecisione. Che poi non lo è nella sua misura più autentica, perché c’è la gioia e la tua romantica approvazione su ogni scelta. Vagabondano i tuoi pensieri, li lasci correre come cavalli gioiosi e liberi. Libertà di essere, questo è il sogno. Desiderio di essere da qualche altra parte. Sei in una casa che guarda un panorama aperto, ascolti la radio e prepari qualcosa per te. Chiunque ci sia nel tuo animo vicino stenti a sintonizzarti per paura di non essere compreso in ogni dettaglio. La tua vita è un continuo camminare, un continuo cambio di traiettoria e pensiero; tu sei abituato a questa modalità, per altri o chi ti sta accanto può risultare stancante se manifesti questa condizione questa. Di contro questa e la tua essenza, parli molte lingue, trova quella con cui relazionarti nel maggior numero di volte e condizioni

 

 

  • Amico che parli con me, donna che parli con me, mondo che parli con me, collega che parli con me ti prego usa le modalità da cantore, menestrello, così ti vede la mia fantasia. Sei un costruttore di fiabe che pochissimi conoscono, pochi sanno chi tu sia. La fiaba esiste per essere condivisa. Potrebbe essere questo un cambio di programma, il taxi o il treno da prendere: costruttore di fiabe per piccoli e grande. Nel bosco della tua vita trovati uno spazio in cui poter condividere le tue storie immaginate, fai scendere tra la gente i tuoi draghi, le tue principesse, i tuoi castelli e i tutti i tuoi mondi incantati. La tua realtà di ogni giorno è il treno dei pendolari che sistematicamente vivi e al quale ti sei abituato. Parti da qui. Leggi le tue fiabe, inventane nuove. Distribuisci magia a questi compagni di viaggio. Attraverso i feedback di ognuno migliori il tuo progetto e torni a casa la sera pienamente soddisfatto e con la consapevolezza di chi sei, quel mago che ha sorpreso il suo pubblico e soprattutto lo ha fatto divertire, lo ha entusiasmato. Ecco il punto ti serve trovare l’entusiasmo per entusiasmare. Poi con questa musica ti trovi a contemplare te stesso e ogni mondo visibile e invisibile.

 

 

  • Sono in sala ad assistere allo spettacolo, mie vecchie cassette, video e immagini della mia infanzia del mio essere easy rider. Euforia sommessa è il titolo. Ricordi che si accavallano con lo sfogliare sfogliato di un album di foto di famiglia, della mia infanzia del mio essere studente. Compiacenza. Studente modello nelle sembianze, ribelle nei sogni e nelle condizioni. Corse in spiaggia da solo perché mi piace parlare con me, sentirmi Rocky alla ricerca di Adriana. Intanto la sveglia mi sveglia è l’ora di andare a scuola, ieri, oggi di andare al lavorare. Vorrei rimanere a casa a fare un dolce. Accendo la radio e al solito volume mando tutti a quel paese, li allontano con il pensiero, sono bravissimo, perché nei modi sono l’uomo più presente che ci sia. E quando qualcuno, chiunque sia, mi vede ballare questa musica più delle volte in fondo in fondo si stupisce perché non porto la bandana. Sono un buon pirata mancato, il prossimo carnevale mi vesto così mentre con gli auricolari ascolto questa musica e bevo un bicchiere di latte in ogni dove sia.

 

 

  • Mamma mia che ritmo consequenziale, uguale sempre uguale, uguale sempre uguale, uguale sempre uguale… chissà cosa si immaginava “il giovane medico e celebre professore universitario Frederick Frankenstein, nipote del famoso dottor Victor von Frankenstein quando va in Romania” La storia racconta che “al termine di una lezione di neurologia all’università dove insegna, nella quale ribadisce l’impossibilità di ricostruire parti del sistema nervoso umano, riceve una visita da parte di un notaio, Herr Rosenthal, che gli comunica che il defunto barone gli ha lasciato un castello in Transilvania”. Ecco la similitudine con questa ipotesi dettata da questo suono che procede e semina teorie. Nel frattempo tutto si muove più o meno con il suo agire. Quale riferimento al viaggiare tra Francia e l’Inghilterra in una sonorità anni 60. Una ambientazione da mago. Si collega perfettamente alla precedente selezione, sono attinenti. Un film surreale che è già mutato in anni 80. Una scena in cui c’è una gigantesca macchina da scrivere come metafora della catena di montaggio in Orwell 1984. Complimenti, un altro visionario che sta al passo. Esprimi il tuo sentire, quello che sta in cantina, è utile al mondo anche se non ci credi.

 

 

  • Grazie! Monotonie come se stessi impegnato in un gigantesco puzzle. Il grazie sta nell’ironia chi di guarda comporre il puzzle senza sapere cosa pensi. Grazie è per allontanare ogni impiccione, e la distanza si avverte con questo brano che vede spunti di bellezza musicale insofferente. In riva all’agitazione c’è questa canzone. Un frigorifero pieno e non sapere cosa mangiare. Routine svuotante e sconfinata come la scena di Shine in cui Geoffrey Rush salta sul tappeto elastico ascoltando , la storia reale della vita di David Helfgott. In questo caso c’è un cappuccino o un gin tonic che diventa inesauribile in gioco tra realtà e finzione. È la tua sincerità evocativa, in questo caso un aprirti a me in maniera sincera, cosa che apprezzo molto, perché dovrebbe essere così. La verità vince dovunque e comunque. La verità ci apre alla trasformazione e non c’è bisogno quale artificio per godersela, l’unico modo è volersi bene a qualsiasi costo, nel bene del bene. E comunque nel suo colore generale questo brano ci riporta ad un famoso personaggio TARZAN. Immaginati ad ascoltare questo brano da sopra un albero, bella storia, complimenti!! Comunque aspetto il settimo brano!

 

Brano tappeto elastico Shine

 

 

 

 

 

Melania

Melania: un punto di partenza o di ripartenza, frenesia senza capire se è appagata o inappagata. Responsabilizzata, arrogante quanto basta, fondamentalmente sincera, vera. A volte dubbio e amarezza ti assalgono, anche in questo caso niente paura. Rapporto conflittuale o da aggiustare con la religione in quanto relazione con il mistico, l’universale. Libertà e costrizione come cultura popoli arabi.

 

 

 

 

  • Uno start, un punto di partenza, un’appartenenza. Quanto siamo stati coccolati da piccoli? O quanto siamo stati abbondonati? Da queste due condizioni si determinano le nostre scelte da grandi. Finché arriva qualcosa o qualcuno che ci fa pensare. E da lì si accende la palla di specchi, quella da sala da ballo, che solo a guardarla ci fa pensare e ci fa abbracciare di noi stessi. Al resto c’è tempo per capire.

 

 

  • Come il brano precedente, stesso start. Come se tutta la vita fosse una competizione, un: pronti e via. La resistenza è alla basa del twist o di qualsiasi altro ballo agitato. Quindi se la nostra vita è contrassegnata dal movimento c’è da capire se ne abbiamo voglia e soprattutto se abbiamo energia disponibile a sufficiente. Questo è un ballo che possiamo ballare da soli o in tanti. Se si è all’unisono si ci diverte comunque. Con questo brano comunichi che ci sei, stai al ballo. Quanto ti diverti, e se si, in che maniera?

 

 

  • Poi c’è la voglia di una amaca, di un dondolo, di un momento di stacco con le frenesie. Può essere una doccia in quella casa di campagna dove non andiamo mai, ma c’è tutto il ns sentire. Una passeggiata in mezzo la natura o in una città di notte. Ci sono delle domande e dei perché che capiamo solo noi, alle quali solo noi possiamo rispondere. Possiamo capire che lo stiamo vivendo e con chi li stiamo vivendo. Il dondolo o l’altalena ci fanno pensare cosa è giusto o cosa non è giusto per noi, non per altri. Per noi. Altra cosa è il generale, anche quello di Francesco De Gregori. Come siamo legati al pop italiano, quello di qualche anno fa e non so neanche io perché non lo scelgo nel mio jukebox. La prossima volta lo voglio ricordare.

 

 

  • Un gioco di entusiasmi reali, perché chi è veramente annoiata non lo dice cantando o sorridendo. In questo brano c’è un filo di presunzione che sicuramente è un fantastico apripista e allo tempo un punto di stop. Non avere paura di questi stop, sono fisiologici e biologici. Sono sani. Questa canzone è acqua pura.

 

 

  • Orologio che guardo nel senso di cosa faccio adesso? Spesso mi chiedo la progressione dei miei interessi e delle situazioni che vivo come stimoli realizzati o non ascoltati. Ecco, bell’invito, scegliere ogni istante per godersela. Cambia tutto crescendo, la noia aumenta anche se forse non è noia è incapacità di scegliere il giusto al momento giusto senza condizionamento di chicchessia. Intanto la musica va e faccio colazione pensando al prima e al dopo, alla differenza che vorrei invece fosse un unico mood. Pazienza e speranza

 

 

  • Una gita, la voglia di scampagnata. La fede esiste, nel pensare al sacerdore del paese e alle sue processioni. Penso alle preghiere forzate e al mondo dell’evocante. Solo chi vive in un piccolo centro può capire certi collegamenti ecclesiali e istituzionali. Tramandiamo insegnamenti che vorremmo si evolvessero. Tutto si evolve se siamo noi i primi a farlo.

 

 

 

  • L’Arabia, il sud est, le culture totalitarie mi piacciono. Potrà esserci un giorno una conquista perché in certe condizioni esiste la libertà negata e la sensualità esistente. Questi sono valori importanti differenti in una unica cultura li troviamo esistenti e contrapposti. Chi ha ragione? La mia anima, il mio sentire procede ugualmente e punta alla chiarezza. La storia ci insegna che il cambiamento parte da noi.