reagire alla disperata, vincere sui propri limiti
” e mara li aveva mandati per indurre Siddharta ad abbandonare la sua ricerca”
” sembrava che mara fosse stato sconfitto, in realtà egli non aveva rinunciato alla battaglia, ed ecco che attaccò di nuovo:
-tu che ti inoltri dove nessun altro osa, vuoi essere il mio dio
-architetto finalmente ti ho incontrato, tu non ricostruirai più la tua casa
-ma io sono la tua casa, e tu vivi in me
– oh signore del mio ego, tu sei pura illusione, tu non esisti, la terra mi è testimone
“Siddharta aveva vinto la battaglia contro un esercito di demoni con la sola forza dell’amore e della grande compassione che aveva trovato in sé, e così aveva raggiunto la grande calma che precede il distacco dalle emozioni, si era spinto oltre se stesso, era andato oltre la gioia e il dolore oltre ogni giudizio, e poteva ricordarsi di essere stato una ragazza, un delfino, un albero, una scimmia, si ricordava della sua prima nascita e delle migliaia che erano seguite, ora vedeva oltre l’universo. Siddharta aveva visto la fondamentale realtà di tutte le cose. Egli aveva capito che ogni movimento nell’universo è un effetto determinato da una causa. Ora sapeva che non vi poteva essere salvezza se non vi è compassione per tutte le altre creature, e da quel momento Siddharta fu chiamato il Budda, il risvegliato”