Con moto

Ogni mattina è verità infinita e possibile. Vastità di gioie e di pensieri, capacità. Questa è l’autentica possibilità, la capacità che coltiviamo e che esprimiamo con il nostro impegno, con la nostra fede, con le nostre intenzioni, qualsiasi esse siano. La vita è movimento in avanti, la vita è desiderio e il desiderio è fede. Fiducia nel percettibile e nell’impercettibile, fiducia in sé e coraggio di manifestare e realizzare i propri desideri. Buon giorno 🌞🍀🙏

 

Iolanda

Iolanda: volitiva, affollamento di pensieri, gioia raffinata, gusto. Sognatrice. Stenti a lasciarti andare in vario procedere forse perché pensieri, anche quelli semplice si accavallano. Potenzialmente maga e architetto. Sensuale in ogni casa che ti costruisci.  Ami la poesia. I dettagli e la memoria sono le assi portanti della tua vita. L’acqua ovunque si trovi è la tua allegria.

 

 

 

 

 

  • Che grinta! Che resistenza e che voglie di sguardi infiniti. Che libertà che intelligenza nel formularla come pensiero. Che voglia di essere amata secondo ogni progettualità della tua mente. Che sia montagna o mare, ami l’acqua e quello che può darti. Non so se l’hai veramente provata la conquista. È certo che lo senti, lo vuoi e lo sogni. Pensi in tutto questo a tua madre come madre, come passaggio di esperienza e di sapere. A volte, spesso, il sogno, lo sguardo si ferma lì.

 

 

  • Quante cose pensi e non fai e se le fai non ti sembrano come le hai pensate. Mille cose al momento, sei capace e forse ti perdi quell’unica impercettibile cosa o sguardo, l’unico elemento che ti può veramente soddisfare. Elegante in qualsiasi modo, forse anche quando ti arrabbi, in quel caso c’è da spaventarsi. Dedicati questo brano, ballalo con il tuo amore anche se non c’è dagli un nome, aspetta che arrivi.

 

 

  • Quanto ci metti a prepararti quando sei innamorata. La tua gioia quando è vissuta è un quadro prezioso, distante da dove sei. Quanto pensi? Quanto ti viene difficile scrivere. Occorre sudare e sudare per avere. Sei conformata per lasciarti andare, e invece? Ti impegni ad essere selezionatrice. Potenzialmente maga e architetto. Brava a cucinare nella tua tenda in mezzo al deserto, accogliente o in un camper davanti al mare, da sola o in compagnia. Usa questa musica per disegnare. Troppo mix di sogni e realtà. La libertà è una conquista; la vera libertà il coraggio e la perseveranza di conoscere cosa si vuole; viaggiare in lungo e in largo per trovare il proprio sentire. In parte sei omologata, puoi cambiare questa condizione, se vuoi. Volere è mantenere. Di fondo sei una gitana, forse in un’altra vita.

 

 

  • Porta con te la poesia quando arriva la sera e poi arriva la notta con l’euforia di averla letta. Sei una persona a cui piace uscire. Entrare dentro il tuo disegno è facile con naturalezza, impossibile in altre condizioni. Per ricevere come si vorrebbe bisogna dare come si vorrebbe ricevere. Questo brano è fagocitante il pensiero che sta al freno a mano come il contrario sta al decidere secondo passione. Puoi riuscire a ballare questo ritmo alla sola condizione di lasciarti andare senza pensare. Sazia è un bel retrogusto.

 

 

  • Buon giorno! Spalanchi finestre. Quanto ti piacciono i menestrelli e i poeti. Donna presente con tutta la colazione che ti permetti e nel mentre prepari il pranzo per oggi e altri giorni. Questa musica è l’occasione e la colonna sonora perfetta per una doccia. Questa canzone è perfetta con la bellezza, la gioia è un movimento come un ottovolante perché questa è la vita. Ti dimentichi che è così e ci rimani male. E quando ci rimani male riparti da zero e a volte pensi che palle! Ogni sconfitta porta con se un pezzo del puzzle della vittoria. Usa la fede.

 

 

  • La tua condizione primordiale è il barocco. Vivi in signorili appartamenti. Autentica ricchezza roccocò e austera condizione regale di possedimenti. Matematica. Il dettaglio e la memoria sono le assi portanti della tua vita. L’ultima volta che sei andata alle giostre, l’ultima volta che sei salita su uno autoscontro. La speranza sono le tue foto. L’acqua purifica.

 

 

 

  • L’entusiasmo è l’energia scatenante. L’aspettativa azzera la gioia. Ascolta questo brano che a tratti diventa mieloso,  appiccicante e distrugge ogni altra cosa. Questo è un brano che racconta e vive di ancoraggi, di cose vissute. Il nuovo è altra cosa. Questo brano vuole essere suonato e risuonato, ogni volta in una storia diversa o se è la stessa va rimodulata, aggiornata. La musica si evolve e ci evolve. Questo brano è possibile che racconti di una barca in mezzo al mare dove c’è gioia e vele spiegate, sia esso un sogno o realtà. Ottenere lo stesso quando si sbarca e si torna a casa in mezzo la città e la routine, questa è una conquista.

 

Amico della libreria

Amico della libreria: autoritario, istruito, evocatore rituale, prolisso quanto basta, rigida educazione, sensibile, ribelle, rabbia repressa, ripete senza gioia molte cose. Persona molto, molto complessa. Tratti di narcisismo. Risata controllata. Possibile che vivi alla ricerca di un senso pratico, il senso teorico è chiaro, forse troppo, adesso impertinente perché punzecchiante a sé. Ti capita di urlare e quando lo fai è veramente urlo. Divertente ironia di chi sa che potrebbe cambiare e rimane immobile e solidale al proprio immobilismo. La tua storia può diventare un film se utilizzi appunti e pensieri scritti o immaginati. Buongustaio come forma di sapere. Se sei un impiegato è la soluzione migliore, apparentemente in quanto non rischi. La tua creatività è l’ultima cosa alla quale pensi, se la metti al primo posto, proverai la differenza.

 

 

 

 

  • Evocazione come in un libro di fiabe dove l’antefatto è più corposo del racconto stesso. Silenzio in cucina, il caffè bolle. La preparazione è un rito, tutto quello che faccio è un rito. Sono un mago senza sapere di esserlo, sono un contemplatore. Ancora silenzio mentre il sole sorge. Un bambino silenzioso, sento di essere. C’è qualcuno rinchiuso in una cella, o forse sono io che non mi rendo conto che è così. In mezzo ad un bosco circondato da alberi, una casa sperduta, sarò io sperduto? Quanto sono importanti i genitori. La loro educazione è alla base dell’imperialismo di cui sono portatore e portante. Mi scendono le lacrime se guardo un lago, la natura, lo scompigliare dei pensieri. A volte pensano di me che sono cinico, in parte è vero altre volte è il riflesso di me, è l’austerità che metto dappertutto anche quando faccio due uova al tegame. Mi chiedo come fa a scorrere l’acqua. La luce accesa sul comodino, leggo per avidità. Vorrei, vorrei il vorrei del vorrei, voluto. Piango al pensiero di piangere. Meno male che esiste l’abito elegante; è la rappresentazione di un contegno che a volte per me è solo esteriore. Quanto mi piacerebbe giocare alle torte in faccia, solo per provare, o se l’ho già fatto, per riprovare. Nudo.

 

 

  • Ho appena sconquassato camera mia perché non trovavo il portachiavi. Che pena mi dico solo perché l’ho pensato, che pena. Mi sento così a volte, poi so che passa. Il rituale è la mia conformazione. Il rituale è un obbligo che mi pesa, mi sfianca. Poca allegria a ripetere le stesse cose, le stesse cose ripetute mi portano noia e rabbia. Voglia di scappare. Poi il guizzo che si infrange nel muro dell’impossibilità. Mannaggia, quante volte l’ho detto, quante volte non riesco a capire che “mannaggia” è un segnale di cambiamento che penso ci vorrebbe spesso. Non lo ascolto, non mi ascolto.. Dove sei? In quel pullman che arriva in piazza del paese nel momento in cui la piazza è deserta? Questa è la descrizione del film che sto scrivendo senza accorgermi. Un dovere dalla quantità di materiale e diari che si sono accumulati. Questa musica va a rima, a tempo con l’invocazione “oh mamma, oh mamma” a cui risponde “figlio mio!”. Sembrerebbe che c’è la Madonna, io non la vedo, vedo solo persone, gli altri la vedono, ci sono solo movimenti e confusione. Meno male che domani mattina preparo il mio buon caffè nel ripetere il ripetere.

 

 

  • Chi mi sta accanto sente la mia noia. Due sono le cose, o è come me, oppure certa il mio cambiamento, fugge. La Cenerentola che cerca un senso, sono. Un cane da guardia vestito da fata. Quanta regale impertinenza, quanta regale noia sopportata. La bellezza ha un compito: la limpidezza. Se la bellezza è torbida è sempre una costruzione della mente. Sento di essere una persona che si pavoneggia e si compiace e a tratti vagabonda in una accezione da disperso. Mi piace il carnevale perché mi piace mascherarmi. Mi piacerebbe fare una prova a vivere nel 700 e camminare di notte per le strade buie alla ricerca di questo canto di questa voce e allo stesso tempo la interpreto. Che sballo! Costruisco un madrigale con i miei sudditi.  Mi sento re. Tutto torna a posto quando vado in campagna, contemplo il pollaio, galline e gallo. Prendo le uova fresche e urlo alla campagna che mi restituisce l’eco con un’altra voce “ho l’uovo!”. Meno male che rido tornando a casa dall’ennesimo sogno. Non voglio assolutamente che gli altri mi scoprano. Sai che ti dico? Sembra che ti ascolto, ma di fatto sono talmente preso da me che ti lascio cantare, brava, brava. Ritorna il silenzio.

 

 

  • Doppia personalità. Per certi versi Wanda Osiris per altri il più povero dei poveri. Sei disposto a strisciare mentalmente e trovare l’architettura in tutte le modalità per arrivare al tuo obiettivo. Che spreco di energia. Possibilità di bellezza. Se riuscissi a catturare questo canto ancestrale e vivere appieno senza sconti si aprono per te soluzioni ed esperienze incredibili.

 

 

  • Un carretto che sale su una strada di campagna. La mamma stende i panni. I miei mi ha detto me li lavo e li stendo da me. Questa è la scena che sto rappresentando in un piccolo teatro davanti ad un pubblico. Le mie labbra sono colorate. È l’ora del travestimento. Lasciatevi divertire, tanto prima di tutto viene il mio di divertimento. Pagate il biglietto.

 

 

  • Meno male che la verità viene sempre a galla. Meno male che ti sei fatto una bella piscina di plastica e sguazziamo giocosamente. Voglio correre con il pallone colorato per la spiaggia e giocare in mezzo al mare. Voglio urlare, urlare, urlare, urlare.

 

 

 

 

  • Preparo un pranzo colossale, invito Giancarlo, Amedeo, Teresa, Gioacchino, Lorenzo, Francesco, Flavia, Rosetta, Fosco e tanti altri. Voglio fare con tutti un girotondo. Lo voglio fare in piazza, alla stazione, in bagno, mentre ci facciamo le docce, davanti al mare.

Parlo con la musica

La musica è una rappresentazione, un’unione di schemi di idee, è un assieme di potere, volere, manifestare, energia, capacità, presunzione, sapere, innovazione, colore, panorami, culture, esperienze, sinergie, bello e cattivo tempo. Incontro di idee, di soluzioni, di spettacolo. La musica si rappresenta anche con i coriandoli quando esplode il canto, la gioia della partecipazione. È un’euforia gestita e ingestibile.

Salvatore Greco. Parlo con la musica, ed. Susil Edizioni

 

Info, presentazioni e laboratori estate 2021

parloconlamusica@gmail.com

 

Per acquistare il libro

https://amzn.to/3qwom6B

 

Rose

Quando ti lavi la faccia al mattino

l’acqua Ninella mia non la gettare.

Non la gettare

l’acqua Ninella mia non la gettare.

Dove tu la getti nasce una spina

una rosa e un roseto profumati.

E per odorare

una rosa e un roseto per odorare.

Poi passa lo speziale e la tira

ne fa medicine per sanare.

E per sanare

ne fa medicine per sanare.

Per sanare le tue ferite

che son ferite d’amore

e non guariscono mai.

Guariscono mai

che son ferite d’amore

e non guariscono mai.

 

Avete capito o no

Che ci stiamo a pensare, nel gioco occorre giocare.

Senza motivazione torniamo a casa.

Mi ricordo il paninaro vicino allo stadio Cibali, anni fa, altra configurazione di idee, senza social, meno incertezze.

Vorrei vedere tutti, dico tutti, i frammentari e i frammentati saltare sui tappeti elastici e chiedere poi loro di condividere con chi non l’ha ancora provato cosa si prova. Meglio essere sudati e felici che inamidati e fuori da ogni realtà. Vorrei vedere con questa musica le espressioni di libertà di una parata con tutti gente comune, in comune e extracomune, “volitivi” e “involitivi”, “pizza bianca” e “pizza rossa”, “buoni” e “aspri”, solidali e soli, fiduciosi e vittime. Quelli delle granite, quelli del mare, quelli del tramonto, quelli dei figli, quelli delle frasi, quelli del contrasto, quelli del silenzio.

Vorrei vederci senza retorica ballare e manifestare il sogno, realizzare . Rivoluzione è passione. Amore è conquista di sé.

Riprendiamo ad amare con la A maiuscola e balliamo. Stimoliano l’assurdo che sta nel reale. Bennato e bravo in questo, aiuta questo allargamento di pensiero. Bennato è un rossiniano senza tempo. Ritroviamo il tempo per abbracciarci, facciamo si che sia possibile, ballare come per un rito a favore della libertà, dell’espressione della gioia. Preparare un caffè splendid e sorridere e, e, e.

Ascoltiamo questo brano togliamo o trasformiamo ogni dettaglio che è fuori di noi, tiriamo fuori un certo dentro di noi.

Questa è pubblicità, quella in cui ascolti il pensiero, amico o sconosciuto. Un autore che parla di musica in un libro. Sai cosa è quello che mi piacerebbe sapere? Cosa pensi ascoltando questa musica, come interagiresti, che parola che gesto.

Avete capito o no di Edoardo Bennato

 

Gianluca Vialli

“Non è colui che critica a contare, né colui che indica quando gli altri inciampano o che commenta come una certa azione si sarebbe dovuta compiere meglio. L’onore spetta all’uomo nell’arena. L’uomo il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore e dal sangue. L’uomo che lotta con coraggio, che sbaglia ripetutamente, sapendo che non c’è impresa degna di questo nome che sia priva di errori e mancanze. L’uomo che dedica tutto se stesso al raggiungimento di un obiettivo, che sa entusiasmarsi e impegnarsi fino in fondo e che si spende per una causa giusta. L’uomo che, quando le cose vanno bene, conosce finalmente il trionfo delle grandi conquiste e che, quando le cose vanno male, cade sapendo di aver osato. Quest’uomo non avrà mai un posto accanto a quelle anime mediocri che non conoscono né la vittoria, né la sconfitta”.

 

Il discorso di Gianluca Vialli agli azzurri prima della finale contro l’Inghilterra

 

Il braccio destro di Mancini si è rivelato vero collante, mentore e animatore del gruppo. Nel documentario è stato catturato dalle telecamere mentre si girava al momento dei rigori decisivi di Jorginho e Saka, ed è comparso in primo piano mentre leggeva un discorso motivazionale ai suoi durante la cena prima della finale. Tale discorso, che l’ex Samp e Juve si è appuntato sul suo quadernetto tricolore, fu pronunciato dal Presidente americano Teddy Roosevelt nel 1910, in occasione di un rendez-vous all’Università Sorbonne di Parigi.

 

 

Luca

Luca: romantico, determinato, ripetitivo, curioso, elegante, teatrale

 

 

 

  • Contare i passi come in un gioco di bambini e nel frattempo giocare a nascondino. oggi ti ritrovi a leggere sul divano e pensare a come crescere, a chi sono e dove vado, o meglio dove voglio andare. Il mio essere romantico è imbattibile. Preferisco il bagno a mare al tramonto perché è una sensazione unica ed abbracciante. Quanti sono, chi sono, mi diverto a fare queste considerazioni. Giro su me stesso come una danza libera e su questo pensiero della libertà ci ragiono come riempire una caraffa d’acqua goccia a goccia. Questo la musica lo sa e giochiamo assieme. Vorrei saper suonare bene questa musica, con la chitarra, con un po’ di allenamento e determinazione ci posso riuscire perché quando mi metto in testa qualcosa ci riesco. Mi frega la ripetizione che anche se sopporto mi annoia. Domani colazione presto e annaffio le mie piante e se non ce l’ho è come se le avessi perché tra un sogno e la realtà c’è solo un’intenzione.

 

 

  • Medito aprendo un libro, lo faccio sempre anche se è una scusa perché a volte spesso, manco leggo, faccio finta mentre ignaro vagabondano i miei pensieri. Ripetere in maniera anche ossessiva senza neanche a volte capire. Se prima era l’acqua, oggi è raccogliere dei limoni, o che so io. Faccio piano senza fretta, e se ci dovesse essere la fretta mi adeguo. Battito in levare, pronti si va, proietto tutto quello che posso. Guardo e guardo e la precisa cosa capita che mi sfugge. Per cogliere quell’essenza paradossalmente mi viene meglio se sono distratto. Ammiro l’eleganza, mi coccolo, e mi guardo allo specchio mentre mi faccio domande, le stesse. Nel ripetere trovo una garanzia. Routine d’abitudine che elabora, come bollire una pentola d’acqua evocante il turbinio dei paesaggi che mi costruisco. Leggo le fiabe con tutta la dolcezza che posso.

 

 

  • Attesa meditazione, un po’ come quando si fa una sigaretta. Lo stupore è quello che cerco, il cambio di programma mi diverte. Come una processione in cui alcuni ballano in una maniera e altri in un’altra. Vorrei prendere qualche volta un autobus, è un piacere che mi voglio passare per fissare tutte le persone che incontro. Entrare nelle loro vite. Portare a casa le loro poesie, i loro camini accessi, i loro sguardi. Mentre bevo un caffè.

 

 

  • Vacanza o dentro una natura per scelta. Teatro, evocazione e dolcezza che conosco solo io. Al centro di una discussione. Parlano di me, parlano a me bambino mentre gioco a palla tutto sudato su uno spiazzo di terra battuta. E correre per essere, magia dello spettacolo e le illusioni che provochiamo in un pubblico e le sue mille domande in un silenzio irreale ascolto.

 

4 selezioni rispetto alle tradizionali dispari da 3 a 7

Mi chiedi di aggiungere “Quello che vuoi tu :)”.

Cerco un brano che sia per te un apri pista, che distragga la tua routine. E che allo stesso tempo conservi quella eleganza autentica o clonata che a te piace.

Sono indeciso tra Gershwin e Miles Davis nei loro brani più vivaci, scelgo Strike up the band strike up the band di George e Ira Gershwin di cui la prima versione risale al 1927, si sente l’energia del musical. il suono del clarino e di tutti i fiati, rullante e grancassa compresi i campanelli che confermano la bellezza e leggerezza di questo suono americano

 

 

  • Una giornata tipo, il suono della sveglia, gli uccellini che cinguettano come sul balcone di Cenerentola. Controllo l’agenda e sistemo le mie cose. Inizio la giornata in tutte le direzioni con tutto ciò che sono i conseguenti adesso. Retorica e ripetizione si mescolano con ciò che produce il mio pensare. Stasi e movimento. Dolcezza il sogno del romantico. Solo ad immaginarlo un prato e un’altalena. Il gusto per ogni cosa con tutto ciò che ci vogliamo mettere. Attorno tanti altri lavori. Il mondo interagisce. Ci si relaziona si collabora e si balla come vedersi in musical a teatro. Stasi e movimento questo è lo standard finché non arriva un dubbio e quando arriva si riparte come dentro ad un film di Mary Poppins.

Angela

Angela: voglia di fare domande. Difficile seguirti. Leggera o contenuta solitudine. Voglia di correre, voglia di mare e di libertà, sognatrice, determinata. Idee, potenzialità. Un po’ tormentata, pensierosa, egoista quanto basta. Aiuto per un dialogo necessario, fruttifero. Stop alla lamentela. Come disse il saggio “tutto quello di cui ho bisogno è dentro di me”. Potenziare la poesia, renderla commerciale, autonoma.

 

 

 

  • Una voglia dietro l’altra senza averne voglia. Tutto è rallentato, esasperatamente. Flashback e feedback. Monotonia. Flusso di una circumetnea che gira su sé stessa e vede sempre lo stesso paesaggio, il mediterraneo dentro una bottiglia. Descrive la suggestione in poesia senza averne il risultato sperato. Nenie e voci del mio sentire, spesso creano solo confusione. Anche se questa condizione ha la sua condizione di vivibilità. Paese arroccato quanto lo sei tu. Evoca il passato e “mi turmenta”. C’è dell’altro che primo o poi ti dico. Grazie

 

 

 

 

  • Come quando dallo spioncino della porta guardo l’esercitazione di altri. Si! Sono curiosa, fantasmaticamente! Mi incuriosisco e decido di entrare e partecipare. Il rubinetto dei miei pensieri è aperto e scorrono pensieri. Tanti e abbondanti, molti abbandonati. C’è la gioia che è radicata nel mio sapere. Non basta. Anche se sono io, se sono dove sono, al lavoro o a casa, mi penso a correre in spiaggia fianco al mare. Rimane il se.

 

 

 

 

  • Leggo un nuovo libro, lo sfoglio e mi faccio mille domande. A che serve la cultura, a che serve leggere, a che serve il cinema? La monotonia di un’idea e il mio romantico essere che si sveglia ogni istante per svegliarmi. Ci abbracciamo. Lo specchio del bagno che osserva la mia poetica canzone, questa, che è decisa, che è a tratti trionfante per ogni susseguirsi di idee. Gioco e mi diverto da sola. “Benedetto” questo incontro e questa nuova esplorazione che mi ricorda chi sono. Che voglio e posso agire con la stessa grinta da scompigliata padrone di casa. La mia missione qui, adesso. Ballare all’alba pensando sia notte, senza accorgersi che sta sorgendo il sole. Tutto il romantico che trovo vuole uscire e manifestarsi. Manifesto il mio dissenso verso qualche mio pensiero, accetto il dissenso, con la chiarezza di essere una vincitrice. Importante. Poesia letta, detta, scritta. Poesie manifestate

 

 

 

  • Sveglia senza sapere se è vacanza o se devo andare a lavorare. Tolgo il devo apro la mia disponibilità e le mie paure. “Aiutami a capire” se il se è il se perché voglio e posso che sia così. Il coraggio manifestato in questo adesso capire. Una energia ribaltante. Doccia senza tempo, scorrere energia rinfrescante. Voglio essere generosa con me stessa e farmi cullare da tutto il mio amore. Amore chiama amore, solo se trasformo le complicazioni di ciò che chiamo procedure. Ballo come se nessuno mi guarda. Uscire dal loop.

 

 

 

 

  • Tutto quelli che sono i miei pensieri portano il mio sentirmi cinica e infastidita per esserlo. Retorica e retorica che diventa amore. Vuoto perché in parte è clonato. Cerco la verità che nel suo essere nel sogno è potenza del volere, del possedere. Invece mi sembra che sia un carillon impazzito che ripete sempre le stesse cose, gli stessi giri. La delusione serve per crescere, per trovare il bello in ogni pensiero come la bellezza del sole che sorge ogni giorno. L’amore disegnato che non lascia la vita esprimersi come potrebbe. Stop alla lamentela, spazio alla riconquista o al nuovo. le passeggiate d’amore sono belle anzi bellissime se c’è l’amore.

 

 

  • Difficile seguirti. Di cosa parliamo? Che cosa diciamo se ognuno pensa per sé? Una telefonata come si faceva un tempo, in terra sul corridoio e dire, parlare, lamentarsi. Perché ci si complica la vita quando c’è un potenziale, una grande risorsa, che è l’amore o l’idea da conquistare è rendere realtà. Sogni e sogni di qualcosa che è meglio del meglio di un meglio che abbiamo disegnato. In questo ascolto c’è quella disperazione che ti porta a interpretarla con un ballo in un palcoscenico di periferia mentre il regista filma la scena di questa nuova commedia.

 

 

 

  • Sembra uno spot di una festa. Meno male che poi mi passa. Una birra e via, si cambia orizzonte e dimentico le vecchie domande. Indosso la tuta e mi metto a correre, telefonare, ballare e fotografare. Solo quando lo dico io, solo quando mi va. Imbottisco un panino e vado a fare un’escursione. Come se fosse un giro di giostra. Il cinismo come il peperoncino aiuta il menestrello.

 

Le Paparelle

Mi sono sentita ridicola, forse un po’ patetica nel mondo degli affari e delle furbizie.

La poesia è venuta a dirmi che andava bene così.

Chandra Livia Candiani

 

 

“La musica si basa sul ritmo. La musica percettiva è la storia di chi ne viene a contatto. Racconta le azioni e le fa compiere. Indica una direzione. È la connessione fra chi produce musica e chi l’ascolta. La musica stimola una sensazione che viaggia veloce o che ci frena”. Salvatore Greco. Parlo con la musica, ed. Susil Edizioni

 

Info, presentazioni e laboratori estate 2021

parloconlamusica@gmail.com

 

 

Per acquistare il libro

https://www.ibs.it/parlo-con-musica-imparare-ad-libro-salvatore-greco/e/9788855402743