Gli assetati di fama, di visibilità hanno paura di fare pause perché pensano che riflettendo e mettendo ordine scompaiono. Quindi nella logica del fare contributivo, dei numeri e delle perdite retribuite, fanno fanno senza sapere cosa fanno. Nella maggior parte dei casi producono senza sosta porzioni scotte di teatro, di danza, di musica. La verità è che stiamo assistendo in questi anni ad una ingordigia di spazi di presunta cultura fagocitati da contributi pubblici in cui il retro agire sono le “giuste” amicizie che producono facinorose inutili dispendiose attività. Il pubblico si stanca e perde interesse a nuovi stimoli. Aiutiamo la società a progredire, ad alzare la voce, a non subire a dire no alla corruzione

 

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