Università

Se ogni giorno ti inginocchi al dolore inutile delle questioni che non puoi cambiare, starai appostato agli angoli della vita ad aspettare che torni questo o quello per poter restituire il colpo ricevuto anni prima.
Se dedichi il tuo altare a un dolore che non prevede trasformazioni, né nascite, sarà dura per te trovare la pace che ti è stata tolta.
Il desiderio di vendetta non è ingiusto o giusto… è fisiologicamente velenoso per il corpo di chi lo nutre.
È come produrre da noi stessi il nostro veleno.
La pace non ce la toglie nessuno.
Siamo noi che lasciamo aperta la porta in modo indiscriminato: pensando di farla pagare a chi ha commesso il torto, rendendoti tu l’artefice della punizione, ti condanni al dolore inutile.
Rimetti in ordine il tuo altare e chiudi la porta, se puoi.
Scegli per cosa soffrire e lascia fuori il resto.
Il tuo dolore è prezioso: non concederlo a chiunque.

Teatro

Inghilterra, XVII secolo. John Wilmot, secondo conte di Rochester, rinchiuso nella Torre di Londra per aver offeso il re Carlo II con dei versi poetici, viene richiamato a corte dallo stesso sovrano per riuscire a risollevare il prestigio internazionale della nazione nella quale i cittadini sono avvezzi soltanto ai vizi e alle passioni. Il conte è il primo rappresentante del libertinismo aristocratico dell’epoca, esperto, come ammette egli stesso, nelle tre più importanti occupazioni del suo tempo: la scrittura di versi, lo svuotamento di bottiglie ed il riempimento di fanciulle. Nonostante la sua raffinatezza e genialità nel comporre opere poetiche, la sua carriera non arriverà mai ad un apice di successo a causa del suo dedicarsi quasi esclusivamente ai piaceri. Viene incaricato dal re di progettare e dirigere un sontuoso spettacolo teatrale per mostrare la bellezza dell’Inghilterra al re di Francia, una vera e propria epopea al Regno di Carlo II. John, assiduo frequentatore di teatri, inizia ad interessarsi alla carriera di un’attrice emergente: Elizabeth Barry, detta Lizzie, per il cui amore e successivo abbandono cadde definitivamente in rovina. Intenzione del conte era, infatti, di aiutare Lizzie a diventare la più popolare attrice di teatro di Londra, cosa che, a dispetto delle aspettative dei suoi compagni, gli riesce. Quando arriva il giorno della prima dell’opera commissionata da Carlo II, di fronte ad un ambasciatore venuto direttamente da Parigi, il re ed il pubblico tutto si aspetta un grande successo: John, invece, propone una sorta di parodia pornografica che mostra apertamente la reale situazione della città in quel tempo. L’opera viene bruscamente interrotta e il Conte è costretto a darsi per 6 mesi alla macchia per riuscire a sfuggire all’ira del re, che, dopo aver riposto in lui tutta la sua fiducia e le sue attenzioni, decide di non ucciderlo, bensì di condannarlo a vivere fino all’ultimo il poco tempo che gli rimane (John è malato di sifilide). John, ormai debilitato dalla sifilide, decide, in punto di morte, di redimersi pubblicamente dai suoi peccati convertendosi al cristianesimo, dichiarando il suo amore a Lizzie che nel frattempo aveva dato alla luce una bimba figlia del conte stesso ed aiutando il re, forse per far sì che alla sua morte di lui rimanesse non solo il ricordo del suo essere un libertino, ad ottenere dal Parlamento i voti necessari affinché una legge contro lo stesso sovrano non fosse approvata. Infine muore tra le braccia della moglie Elizabeth che, nonostante l’amore di John non fosse più per lei, è rimasta vicino al poeta lungo tutta la sua vita, come unica figura a cui aggrapparsi alla fine della propria esistenza. (fonte it.wikipedia.org)

Los Angeles

Los Angeles è un album che mi piace molto. Mi piacciono tutti i preludi, gli danno una connotazione di rock teatrale. Sono un DJ di ampie vedute, lo utilizzerò potentemente arricriandomi. Leggo spesso riferimenti su questo profilo su musica del passato. Sono stato collezionista di CIAO 2001, classe ’59. Mi piace frullare tutto come questo album. Desidero partecipare a tanti amici coetanei e non questo progetto che per me contiene storia, succosità, energia, sex appeal e serio lavoro ricavato da una collaborazione tra bella gente Lol Tolhurst, Budgie e Jacknife Lee. L’album è stato pubblicato pochi giorni fa (3 novembre 2023). Non conosco bene le storie di questi musicisti, che importa? Li accomuno a storie del tipo Leave the door by Silk Sonic, Bruno Mars & Anderson .Paak, Good Vibration by Beach Boys, Don’t you by Simple Minds o Call me by Blondie la musica nella sua vastità. Leggo che Tolhurst e Budgie, sono i batteristi dei Cure e Siouxsie and the Banshees. È stato registrato con vari ospiti, il frontman degli LCD Soundsystem James Murphy, il chitarrista degli U2 The Edge, il cantante dei Primal Scream Bobby Gillespie e il cantante dei Modest Mouse Isaac Brock. L’album è il debutto solista sia di Tolhurst che di Budgie.
Tracce
“This Is What It Is (To Be Free)” (featuring Bobby Gillespie)
“Los Angeles” (featuring James Murphy)
“Uh Oh” (featuring Arrow de Wilde and Mark Bowen)
“Ghosted at Home” (featuring Bobby Gillespie)
“Train with No Station” (featuring the Edge)
“Bodies” (featuring Lonnie Holley and Mary Lattimore)
“Everything and Nothing”
“Travel Channel” (featuring Pan Amsterdam)
“Country of the Blind” (featuring Bobby Gillespie)
“The Past (Being Eaten)”
“We Got to Move” (featuring Isaac Brock)
“Noche Oscura” (featuring the Edge)
“Skins” (featuring James Murphy)

Buon giorno

Buon giorno. Buon giorno mi approccio alla vita con il sentimento della speranza. Un sentimento ampio indefinito, volenteroso in ogni suo aspetto. Mi piace essere cosciente di questa sfida, di questa determinazione, di questa costruzione di entusiasmo continuo.  Perché la speranza nutre speranza anche in una condizione di incoscienza. Solo così posso superare i miei limiti, e solo così con questa (cocciutaggine nel realizzare i miei obiettivi). Nel caso mio adesso oggi la speranza è l’unica condizione. Quanta fiducia in me stesso quanta fiducia nei confronti della mia arte e soprattutto quanta pulizia e quanto impegno. E la speranza viene nutrita dalla bellezza della naturale azione. Apparentemente oggi posso sentirmi al confine, posso sentirmi poco attenzionato da chi manovra il potere. Il prodotto della fantasia che agisce e prende il suo spazio lo ha abbellisce. Sono qua, sono chi sono in questo momento, con tutto ciò che compete questo momento, che concerne questo momento, sono qua. Quindi rinnovo questo potere, questa coscienza, e la rinnovò in quel potenziale di fede di speranza di preghiera che la naturalezza. A lottare ogni istante a dire grazie ogni istante, ad amarmi ogni istante. E auguro che il bene di questa mia esperienza possa essere condiviso, che il bene di questa mia esperienza possa essere provato da altri. Il lavoro è continuo. Il lavoro consiste nelle sfide, nelle certezze coltivate, che sono anche frutto delle incertezze, perché lo strumento magnifico della speranza è gestire la paura, trasformarla. Farla innamorata del sogno, farla innamorare della conquista, del valore che può produrre un artista. Che questa naturalezza questa gioia questa continua, continua, evoluzione sia strumento di fede e di crescita per tanta altra gente. Sfidarsi continuamente, amarsi continuamente. E quindi procedo così, a piccoli passi, in un momento sembra tutto perso e in un altro momento sembra tutto vinto. La vittoria, il vincere e ciò che ogni attimo rinnoviamo in quel pensare, anche nascosto, che ci apre nuove opportunità, nuove realtà. Questo è un grande lavoro, minuzioso, di ogni istante in cui possiamo decidere di vincere con tutto l’impegno del mondo. Che ci dona speranza. Questa è la mia determinazione oggi e continuo ad alimentare la mia fede attraverso la determinazione stessa attraverso la fede stessa. Buon giorno

 

 

Gli assetati di fama, di visibilità hanno paura di fare pause perché pensano che riflettendo e mettendo ordine scompaiono. Quindi nella logica del fare contributivo, dei numeri e delle perdite retribuite, fanno fanno senza sapere cosa fanno. Nella maggior parte dei casi producono senza sosta porzioni scotte di teatro, di danza, di musica. La verità è che stiamo assistendo in questi anni ad una ingordigia di spazi di presunta cultura fagocitati da contributi pubblici in cui il retro agire sono le “giuste” amicizie che producono facinorose inutili dispendiose attività. Il pubblico si stanca e perde interesse a nuovi stimoli. Aiutiamo la società a progredire, ad alzare la voce, a non subire a dire no alla corruzione

 

Alba

È sempre l’alba di qualcosa

È sempre l’alba di qualcuno
È sempre l’alba di desiderio
È sempre l’alba all’alba
Anche quando l’ostacolo
Anche quanto la diffidenza
Anche quando la sopraffazione
Anche quando è l’alba
Vita che conquista
Vita che abbraccia
Vita che produce
Vita in quanto vita

Ilaria

Tradurre il sound di musiche varie oltre essere una grande passione è per me un atto di sensibilità e un grande allenamento professionale come strumento di analisi e di conoscenza caratteriale. Infatti attraverso l’ascolto di una playlist di terzi si può elaborare un quadro caratteriale, trovare nuovi approcci esperienziali.

La musica ci viene accanto e ci parla, ci rassicura, si manifesta nel suo essere amica. Ci porta in una comitiva di suoni. La prima regola dettata dal format Parlo con la musica è l’ascolto, che ci fa essere partecipi di come e di cosa è composta una musica o una canzone. La costruzione e la fruizione, la definiamo sound progressive. Liberando l’intelligenza dal giudizio, proviamo ad accogliere la musica che ci dà benessere. La musica è un assieme di flussi energetici: dentro un brano ci sono assonanze che ci portano ad altra musica. Scientificamente, si può affermare che la musica parla, entra in relazione non solo con gli esseri senzienti, ma anche con qualsiasi particella di vita animata o inanimata. La musica in quanto vibrazione entra in relazione in maniera diversa con ogni tipo di molecola. La musica è della natura di tutte le cose; la musica parla italiano, la nostra lingua madre; allo stesso tempo parla ogni lingua del mondo. Molte posizioni, oggi più che mai, accennano alla relazione musica e algoritmi, tema dominante di questa nostra era multi social. Si tratta di un riduzionismo epistemologico, non in grado di cogliere la vera essenza della musica. Essa ha una valenza ontologica, universale, che pervade non solo ciò che esiste, ma anche ciò che va al di là dell’empiricamente esperibile. La musica muove il nostro inconscio.

Non mi è mai capitato di ricevere 12 brani tutti in un’unica compilation quando ne avevo chiesti 5/7. Mi è successo solo con 12 persone diverse.

Già questa abbondanza di conoscenza musicale denota un approccio alla vita entusiasta e preciso. Comunque iniziamo e scopriamo i vari suoni.

 

1     Stay (Live) · Jackson Browne

Questo brano segna un’epoca, 1977

La nota che immediatamente salta all’attenzione è che ci viene servito già a suono  iniziato anche se di pochi secondi. È come la sensazione di chi arriva all’ultimo momento ed è già pronto e tonico. Chi sa cosa fare anche se ha un breve ritardo.

Il brano ci porta ad una immagine leggera come attraversare la strada passando da un marciapiede all’altro su le strisce pedonali. Ricordiamo l’immagine dell’album dei Beatles. L’8 agosto 1969, Iain Macmillan, in bilico su una scala, fece lo scatto che diventò la copertina di  “Abbey Road”. Storia dell’attraversata magica di John, George, Paul e Ringo.

Attraversare sta anche come andare velocemente, un momento per un altro, recarsi velocemente in bagno per ci scappa, andare da una parte con un proprio ritmo. Il ritmo di questo brano è sornione, come la passeggiata di un gatto. Con questo approccio possiamo trovare una passeggiata al mare o al lago su una barca andando a remi godendo di un buon clima e di una piacevole compagnia.

Ci sono contrasti e affinità in questo sound, c’è dell’amore e dello stridore. Come le due voci, una suadente e l’altra aspra, acuta, a tratti martellante.

Il tutto come il procedere scandito dalla preparazione di panini e bevande per un pic-nic che poi quando si consuma diventa manifestazione piacevole di un progetto di scampagnata, di una familiarità che sogniamo, desideriamo, a cui pensiamo, di cui abbiamo bisogno. Un piacevole fuori porta dove ho incontrato e conosciuto Ilaria.

Ecco in chiusura torna l’immagine dei Beatles, in quel procedere. Aggiungo un rebus: quattro invece che uno, andrebbe meglio in due.

 

 

2     Se telefonando – Mina

Una poesia che torna nel momento in cui abbiamo bisogno di fermarci alla luce di una abat-jour, perché diventi una scrittura intima, necessaria. Allo stesso tempo è un vago ricordo al quale diamo una rilevante importanza nell’adesso, diventa l’occasione di una introspezione, ci porta a tradurre un vago sentire in un impellente approccio. Si spalanca una finestra e si produce una invocazione.

Con questo brano sosteniamo l’immagine del sogno e la proiettiamo all’esterno, la condividiamo, la evochiamo con grande intensità. La particolarità sta nel fatto che si apre e si chiude un sentire senza lasciare una traccia di sé  oltre il tempo circoscritto. Un consumare inquadrato nell’atto di fare, di agire, senza un coinvolgimento successivo come si poteva invece immaginare dall’enfasi iniziale. A mio avviso questo brano presenta la dimostrazione che tra il dire e il fare ci può essere veramente il mare.

È la rappresentazione molto melodrammatica, una invocazione senza una particolare costruzione emotiva, solo spettacolare, quel particolare momento che diventa generico. O soltanto la necessità di cantare.

È così diventa musical, spettacolo, fraseggio di un piano di ironia. Diventa spettacolo Burlesque dove ci si spoglia immaginando già di rivestirsi. Full Monty.

 

 

 

3     Pazza Idea – Patty Pravo

Apparecchiamo, nel senso di sistemiamo. Ascoltiamo l’incedere di questo brano e ci sembra che ci sia l’intenzione di farlo. Non è soltanto un’azione pratica è anche uno stimolo a farlo. Scandire il primo passo, manifestare l’intenzione. Questo è l’incipit di questo brano che spazia in vari stereotipi. Un mix tra Mina con Non credere del 1969, Claudia Mori con Buonasera dottore del 1975, I cugini di campagna con Anima Mia nel 1995, di nuovo Mina con Ancora ancora ancora del 1978, Syria con Sei Tu del 1997, Ancora di Eduardo De Crescenzo del 1981…. Tutte seduzioni nel ricordo. Un girotondo di amiche che si raccontano le loro avventure. Poi cambiano abito. Da una svolazzante tunica di lino attorno ad un falò in spiaggia si passa ad un abito di seta aderente alla conquista del mondo. Un imbellettarsi nell’evidente forza del desiderio, dell’immaginazione, a volte senza una logica.

È lo stesso atteggiamento del poetizzare come il brano precedente “Se telefonando”, un’invocazione in questo caso più sussurrata più accorata, più verso il gorgoglio sospirante. Ci sono atmosfere più vuote in quanto forse non necessarie come si vorrebbe far credere. A volte si copre la noia con altra noia portando a galla pensieri dei più disparati.

Questa storia parla di seduzione, di gabbie di pensiero. La similitudine oggi è al porgersi della cantante Annalisa (nata in agosto 1985) il suo Bellissima del 2022 e Mon Amour del 2023 sono pezzi di un collage voyeuristico.

Tutti questi riferimenti sono la conferma che dal 1969 ad oggi non è cambiato niente. Brama, paillette e buon vino. Si torna all’apparecchiare la tavola per una cena a lume di candela, con soddisfazione per la gioia messa in campo.

L’amore è un presepe.

 

 

 

4     Centro di gravità permanente – Franco Battiato

Andiamo a marciare, andiamo in fila, andiamo. Costrizione o scelta? Manteniamo il ritmo. Una parata, una festa, come un libero sfogo, una rivolta pacifica. Si entra a scuola, si va in classe, si va a studiare, si seguono le lezioni. Non è la stessa cosa per tutti, non è così facile come può sembrare. Ognuno studia in maniera differente. Ognuno alterna lo studio al gioco in maniera diversa. Ci chiediamo se Ilaria conferma questa sua vivacità allo stesso tempo per il dovere e per il piacere.

Questo brano ci porta ad attenzionare il tema della responsabilità. La disciplina e la saggezza con le quali si affrontano studio e sfide. È l’alternarsi di impegno e svago, Battiato lo evidenzia nel titolo. Cercare un centro senza cambiare idea, senza essere distratti da smancerie. Allo stesso tempo avere bisogno di un forte stimolo, di un qualcosa che non ci facesse mai cambiare idea, cambiare progetto, o ancora di più cambiare sogno.

Il brano chiude con “uacci uari uari” che troviamo in altre canzoni, per esempio la Ballata di Fantozzi cantata da Paolo Villaggio nel 1975 o Sugar Baby Love dei The Rubettes del 1974.

Una impronta di seria leggerezza

 

 

 

5     Milano – Lucio Dalla

All’alba ogni colore è tenue, avvolgente. All’alba il silenzio si nutre di silenzio diventando musica. All’alba spesso il passo è felpato per non disturbare chi ancora dorme. All’alba si va verso la cucina o in un bar per un caffè. Ancora meglio se la strada è ampia. Ancora meglio se la cucina ha una finestra che da verso un infinito. Non importa se in mezzo ad una città circondato da palazzi. Non importa se in montagna circondato dalle montagne. Lo sguardo verso ampi orizzonti non trova ostacoli. All’alba c’è sempre lo stupore, la gioia di un nuovo giorno, la meraviglia del sole che sorge.  Una città fra i palazzi è forse la cornice di questo brano, poetica ad un luogo, ad un assieme di cose. Una città chiusa e contemporaneamente aperta. Cosi siamo noi. È vero? “Ti fa una domanda in tedesco e ti risponde in siciliano”, “continua il mistero”. Blues.

L’apertura si prende il suo spazio e diventa poesia, le impercettibili declinazioni del nostro essere autentico. L’Ilaria divisa da più luoghi.

Questa canzone è una meravigliosa grande contemplazione. Una ballata decisa, un brano romantico. È cosi che vogliamo, possiamo essere? O è così che siamo? Mistero.

 

 

6     Ma mi… – Ornella Vanoni

Un brano chiama l’altro. Il dialetto è la voce della propria terra e quindi dell’anima, della propria cultura. Il dialetto è verità. Il dialogo in più dialetti è di per sé un accesso dibattito. Amicizia.

L’incipit ci regala il modo migliore di approcciarsi alla relazione. Partire in quarta, nel senso di essere decisi. Ballare con l’assoluta certezza di essere protagonista. Il tango non è soltanto una danza a due. 

Questo brano così interpretato è un urlo teatrale. Ascoltare la versione di Enzo Jannacci o di altri per confutare. Questo canto da palcoscenico arriva come una sfida a singolar tenzone. Un ironico duettare.

A metà entra in scena il dialetto napoletano. Breve contributo, poi tutta torna alla normalità, alle risate, alle feste, all’ingordigia. Al panettone.

Questo brano sazia. Si può interpretare come un gioco da bambini. Un gioco dentro il gioco. Nel ritornello diventa un film di cartoni animati, una giostra, un’opera dei primi del ‘900. Mi chiedo se a Ilaria piace Mary Poppins o per certi versi Marlene Dietrich che dal 1944 cantò Lili Marlene a tutti i soldati al fronte, tedeschi o alleati. La chiusura è un colpo di tacco da cabaret,  l’attènti  del soldato.

Un brano che ci vuole dire tanto in fatto di esemplarità del carattere e la naturalezza ad esprimerlo.

 

 

7     Un senso (live) – Vasco Rossi

Anche qui c’è l’irruenza, ascoltiamo il boato del pubblico che precede la canzone. Molte similitudini. L’acqua di una fontana che riempie una tanica. Un libro di fiabe sfogliato piano pagina per pagina ammirando parole e disegni. L’immagine di una nenia come una salita in montagna. Raccolta di frutta dall’albero. Un loop romantico per ballare all’alba un brano tornando a casa. Anche qui c’è il tango, mi chiedo se Ilaria ha esperienza in tal senso. Se le piace il ballo a due virtuoso. Esperienza di fisicità come un derviscio rotante di felicità. La manifestazione della complicità che diventa colonna sonora della preparazione di un gustoso piatto servito con tutti gli onori e ogni attenzione ad una persona.

Questo brano può nascondere un sé molto forte e una retorica dal sapore rock.  Domani è un altro giorno è il graffio elegante e sincero di Vasco Rossi che dona bellezza. In questa edizione (2008) a chiudere il brano c’è un potente assolo di chitarra che apre i cancelli della fantasia, della relazione sempre magica con il retrogusto della musica senza tempo

 

 

8     Born in the USA (live) – Bruce Springsteen

Ritorna il coro da stadio, Ilaria ha scelto molte versioni live. Dimostra entusiasmo, condivisione. Voglia di ascoltare versioni personalizzate anche solo da emozioni e assoli. Lo stadio uguale al Colosseo, storie di masse di persone che incitano chi sta nell’arena.

Il mood è un affondare gli stivali nel fango, procedere indomiti, essere sprezzanti e avventurieri. È un tir che viaggia tra pianure e salite, carico di sentimenti. È un canto tribale in favore della pioggia o del sole dipende dalle necessità, dalle condizioni. Di fatto questo brano è la rappresentazione di una semplice foga del cantante che rende speciale questa esposizione dei fatti. Ci ricordiamo che Ilaria è un avvocato e questa potrebbe essere la visualizzazione del suo lavoro.

Il ritornello, la costruzione dell’idea del brano, riguarda la storia, tradizione e cultura esaltate in un canto di libertà e appartenenza. È allo stesso tempo messaggio di una nazione attraverso il sentire del suo popolo. Per tradurre il senso: sono di dove sono dovunque sia. Centrata e allo stesso tempo distaccata.

Questa scelta è una buona idea, ci fa inneggiare alle imprese impossibili.

 

 

9    Private dancer (live) – Tina Turner

L’ascolto è pazienza. Questo è il nono brano selezionato da Ilaria. Come ho scritto all’inizio questa è una playlist inconsueta rispetto alle altre per la vastità di titoli e modulazioni. Comunque come ogni volta accade per le novità, mi sfido e la ascolto la traduco nella modalità dell’orecchio fotografico con rinnovato interesse.

Questo brano si apre in maniera decisa. Un soul che preannuncia una vivace eleganza oltre le righe, una magnifica presentazione. Forse Ilaria vuole finalmente mostrarsi, raccontarci con questo brano com’è, cosa pensa. Vuole presentare i suoi punti di forza e le sue fragilità.

Questo brano è delicatissimo, ci presenta la bellezza e l’unicità della consapevolezza. Mostra qualche sfida annientando inutili paure.

Un brano che va ascoltato millesimalmente. È la luna piena che sorge all’orizzonte sul mare in una bella serata d’estate. La colonna sonora è la stessa musica, la stessa Tina Turner che con Private dancer ci indica un sogno da mettere all’esserlo prima di un altro.

Questo brano è famiglia.

 

 

10  Bohemian Rhapsody (live) – Queen

Coerenza con il precedente brano, gli accordi, gli arpeggi sono molto simili. Nel primo caso una chitarra protagonista, nel secondo caso, questo, un pianoforte. Il segno della chitarra è estensione, invocazione, misticismo. Il segno del pianoforte è vibrazione, percussione, virtuosismo, contemplazione e riflessione.

In questo brano c’è quel pizzico di aggressività che forse è mancata nella presentazione che Ilaria ha aperto con il brano precedente eseguito da Tina Turner. C’è il rock di un chiodo di pelle, immaginiamo se e quante volte Ilaria lo abbia indossato. C’è il rock dello spiazzamento verso chi e cosa che può provocare un atteggiamento abitualmente distaccato (sornione).

I Queen in generale come i Pink Floyd, o anche i Led Zeppelin, sono grandi catalizzatori di attenzione per le personalità più complesse. In questo brano questi comuni fruitori trovano tutti i motivi inimmaginabili che gli permettono di non distrarsi, come i fiori per le api. Risuonano aspetti indecifrabili a parole. Un brano che diventa una calamita di percezioni che si amplificano mostrando parti scoperte di sé. Comunque appena finisce questo flusso di sonorità ampie come una giostra, finisce anche il giro e tutto torna come prima. Un desiderio inconscio di dialogo e apertura su aspetti difficilmente esternabili.

 

 

11  Beautiful day (live) – U2

Sembrano i titoli di coda di questa avventura sonora, sappiamo che c’è un altro brano da ascoltare. Potrà essere un bis, per adesso non lo sappiamo.

Questo undicesimo brano si mostra come un riassunto emotivo dagli anni sessanta ad oggi. Un turbinio di cose, di immagini, di stimoli, di soste e ripartenze, di esperienze. Una latente provocazione meridionale data dal martellamento di un suono molto simile al tamburello espressione di una terra chiamata Sicilia.

È come se ci fosse stata una esibizione e questo brano degli U2 è il suono del Golden Buzzer, coriandoli compresi, che festeggia una vittoria. Questo fa della sensazione un aspetto centrato e pertinente. Risuonano valori come bellezza, pazienza, studio, dedizione, musica allo stato puro, equità… La bella stagione sta arrivando e questo brano è stimolante immaginando tuffi e nuotate al mare o in piscina.

Come noterai c’è in sottofondo un battere di tempo che si presenta come un’insistente voglia di reagire, i progredire. Un incoraggiamento per tutti, belli e brutti, senza differenza che parte da ognuno di noi. In questo caso il noi è riferito a tre belle persone davanti ad una pepata di cozze.

 

 

12   Monna Lisa – Ivan Graziani

Incalzante, sì! Decisa, sì! Sfuggente, sì!

Usciamo dal cinema dopo aver visto un bel film. Ci facciamo delle domande ci diamo delle risposte, interagiamo. Una chitarra gitana ci ricorda la libertà dello zingaro. Ritorniamo al lavoro, siamo incolonnati in macchina nel traffico. Meno male che c’è la radio che trasmette musica.

Il dato mancante in questa playlist è la nobiltà che Ilaria ci ha voluto negare prima come informazione e che in questo bis è uscita allo scoperto  prepotentemente. Come nel film Hair in cui ci divertiamo in una scena a vedere una magnifica tavolata di nobili scompigliata da un gruppo di figli dei fiori.

Dopo questa scorribanda tra un concerto ed un altro, dopo parole, musica e parole ci fermiamo in un bar sperduto di un paesino montano dove gustiamo un buona granita. E gioia sia.